Siamo il Paese del caldo e del freddo, del bianco e del nero, delle contraddizioni e delle contrapposizioni. Il Paese della Curva Nord e Sud, dei tifosi e dei gufi, dei pro e dei contro. Un'Italia che alla prima occasione si spacca in due e trasforma ogni questione in una gazzarra da stadio, dividendosi in due flotte destinate a scontrarsi a parole. Così, ogni volta che esce un dato sull'economia, c'è da mettersi le Mani fra i capelli. Alla faccia degli 80 euro di Renzi, siamo in recessione piena. E all'orizzonte si intravedono solo bagliori di ripresa. L'Italia è tra i paesi con il più alto tasso di persone in difficoltà economica, ma anche tra i più cari.
Possibile? All'apparenza, sembra come accostare qualcosa che non può funzionare se messo assieme. Due vestiti fra loro inconciliabili nei colori e nel modo di essere portati. Invece, ecco la fotografia aggiornata della nostra povera Italia. È l'immagine di un Paese in contraddizione. Purtroppo per gli altri, siamo in buona compagnia nel Vecchio continente. La forbice tra ricchi e poveri in Europa si sta allargando. I primi con redditi sempre più sostanziosi e i secondi invece in costante perdita di potere di acquisto. Affermano i ricercatori che negli ultimi anni le entrate del 10% più povero della popolazione sono diminuite o sono aumentate meno rispetto a quelle della corrispondente parte più benestante. E ancora, che i più poveri hanno avuto guadagni che si sono ridotti dell'1,6% ogni anno, Con percentuali che schizzano in alto per la Spagna, dove la disuguaglianza è cresciuta dell'8% negli anni di recessione, seguita da Grecia e Irlanda con rispettivamente il 4,5% e 5% in più. Una situazione molto più grave rispetto altri paesi dell'Europa occidentale, Italia inclusa.
Da noi il divario si è allargato, ma dell'appena 1%. Ma il nostro dramma arriva quando si parla di carovita, quando bisogna mettersi a tavolino e sommare tutte le voci relative alle spese per mandare avanti casa, famiglia, automobile, trasporti, telefono e via discorrendo. E' qui che casca il mondo nel Belpaese, soprattutto al Nord. L'Italia si colloca proprio tra i più cari, sedendo accanto ai primi paesi europei per carovita con almeno tre punti in più sopra la media (la Germania ad esempio solo due).
Tra i più inavvicinabili ci sono proprio i generi alimentari (sopra di 12 punti rispetto alla Ue), ma anche i ristoranti e gli hotel – che segnano più 10% - e l'abbigliamento, con più 7%. Fare la spesa costerebbe meno in Francia e nel Regno Unito, nonostante lì la quantità di poveri sia inferiore. In Gran Bretagna anche i vestiti sono più a buon mercato, così come cenare fuori. Senza contare i casi Spagna o Grecia, dove un italiano risparmierebbe su tutto. E, pur con uno stipendio modesto, potrebbe almeno vivere un’esistenza decorosa senza dover rischiare di perdere la dignità.
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