Cari Italiani noi dobbiamo chiedere 5 anni di governo di Militari almeno nel settore Interni e Difesa e al Ministero per l'Immigrazione , togliendo allaq magistratura ordinaria le indagini su rifugiati o meno e passando l'onere alla Procure Militari
François Hollande si appresta a lasciare l’Eliseo al termine del suo mandato presidenziale accompagnato dai più bassi livelli di approvazione mai raggiunti da un capo di Stato francese della Quinta Repubblica e segnato profondamente dai risultati tutt’altro che lusinghieri del suo quinquennio alla guida del Paese, decisamente antitetici rispetto alle promesse che avevano accompagnato la sua ascesa.
La vittoria di stretta misura conseguita da Hollande contro il presidente uscente Nicolas Sarkozy il 6 maggio 2012 aveva portato infatti i sostenitori dell’attuale capo di Stato a sperare che per la Francia si stesse aprendo una nuova fase, contraddistinta dal rilancio del sistema economico e dal conseguimento di una maggiore competitività grazie alla rottura con gli allora imperanti dogmi dell’austerity. Cinque anni dopo, si può ben dire che Hollande abbia fatto ben poco per venire incontro alle aspettative del suo elettorato: primo Presidente del Parti Socialiste eletto dopo François Mitterrand, egli vedrà il suo mandato ricordato soprattutto, in tema di politiche economiche, per la contestatissima Loi Travail, attraverso la quale sono messi in discussioni principi cardine dell’ordinamento lavorativo francese come la tutela della settimana lavorativa da 35 ore e la congrua retribuzione degli straordinari, rappresentanti per milioni di cittadini una fonte primaria e imprescindibile di entrate.
Una somma di problematiche sembra, al giorno d’oggi, accomunare Francia ed Italia: l’incapacità della politica di offrire soluzioni adeguate alle difficoltà del sistema si incarna completamente nel declino di una Sinistra “istituzionale” sempre più alla deriva e, al tempo stesso, si manifesta concretamente nella continua stagnazione e nell’assenza di prospettive per la creazione di una politica occupazionale efficiente, chiave di volta per la ripresa di qualsiasi economia a corto d’ossigeno.
Paolo
Abelina