Chi andrà in Brasile è la domanda ricorrente che terrà banco ancora nelle prossime due settimane. Poi ci penserà il ct Cesare Prandelli con le sue pre-convocazioni a delineare il gruppo degli azzurri che partirà per il Sud America nella speranza di portarsi a casa la Coppa del Mondo. Impresa complicata, diciamolo subito. Gli azzurri sono forti ma non fortissimi, e gli avversari sono attrezzati almeno tanto quanto noi.
E poi non dimentichiamo la spinta del pubblico carioca, il desiderio di rivalsa dell’Argentina, la potenza della Spagna, il blocco tedesco e la rabbia francese, oltre alle mine vaganti Belgio, Olanda e Colombia. Troppi competitors, ma soprattutto poche certezze. Chi saranno le punte (di diamante) nello scacchiere tricolore? Questione complicata, impossibile da dirimere.
Per il momento gli unici certi di avere in tasca un biglietto per il Brasile sono Mario Balotelli e Pepito Rossi. Il rossonero è il nostro punto di riferimento, la boa attorno cui girerà la manovra azzurra, alla faccia del carattere e della stagione altalenante da cui è reduce. E attorno a lui girerà Pepito Rossi, ormai già quasi ristabilito dall’infortunio, tornato in campo e già in rete.
I due titolari, salvo sorprese clamorose, saranno loro. Ma chi si aggiungerà in panchina? E qui parte il toto-nomi. Della spedizione dovrebbe essere – salvo sommossa popolare – Alberto Gilardino, il genoano che per l’ennesima volta è andato in doppia cifra e rappresenta l’usato sicuro, l’ancora di salvezza a cui affidarsi nei momenti difficili. Ma, è evidente a tutti, Gilardino non è più un top player ed il rischio è che in caso di “mattanza” di Balotelli possa divenire il suo naturale sostituto.
Una prima punta alternativa potrebbe essere Mattia Destro, che con la Roma segna praticamente alla media di un gol a partita ma è stato accantonato a causa del codice comportamentale voluto da Prandelli, dopo averlo visto tirare un gancio in faccia a un difensore avversario. Però Destro è forte, arrembante e sempre lucido davanti alla porta.
Più di lui però meriterebbe la chiamata Luca Toni, l’eterno attaccante del Verona già campione del mondo nel 20°06, che quest’anno ha estratto dal cilindro un’autentica magia. Mai visto così forte il bomber ex Fiorentina e Palermo, Prandelli dopo un’iniziale diffidenza lo ha osservato per diverse partite. Fisicamente è praticamente insuperabile, coi piedi è migliorato tantissimo e caratterialmente è il leader che serve allo spogliatoio azzurro.
Da Torino – sponda granata – si candida con forza Ciro Immobile, capocannoniere della serie A, che è incappato anche lui nella stagione più bella della sua pur breve carriera. Rapidità allo stato puro lo fanno un possibile sostituto di Pepito Rossi, anche se le cose migliori Immobili le ha mostrate con al fianco Alessio Cerci, altro granata che potrebbe entrare nella lista di Prandelli.
Chi manca? Ovviamente tantissimi… Da Pazzini a Di Natale, da Giovinco ad Amauri passando per Insigne e l’altro bad boy, Antonio Cassano. A Parma ha fato bene: tanti gol, record di assist, gialloblu ad un passo dall’Europa e lui forse ad un passo dal Mondiale…
Cosa ne pensi?